Ciao Enzo,
l’altra sera un giovane corista quando ha saputo che ci hai lasciati mi ha chiesto di te e io ho iniziato a raccontargli dei tempi andati e mentre raccontavo, altre storie mi venivano alla mente, un po’ come quando scopri un vecchio quadro in soffitta di cui scorgi solamente alcuni particolari e poi, quando con la mano inizi a togliere la polvere, ad ogni passata riaffiorano figure che sembravano cancellate ma che, in un attimo ritornano come fossero appena dipinte.
Gli ho raccontato di quella sera passata a Vienna rincorsi da quella voce che continuava a gridare “wonderful”, della trasferta in Polonia, delle cene tra amici, delle mille rassegne con gli altri cori e delle altrettante mille notti passate a cantare finché ce n’è, tanto poi c’è Maggiorino che alle 6 di mattina ci avrebbe svegliati comunque.
Gli ho raccontato di tutte le messe di Natale a Piani a cantare insieme al mio coretto femminile, della tua voce possente, della tua capacità di imparare e della tua umiltà nell’apprendere. Della follia unita all’incoscienza che reciprocamente ci trasmettevamo quando volevamo provare qualcosa di nuovo, e chi ci fermava ? Quell’Agnus Dei scritto per tenore e interpretato da mostri sacri, quell’espressione a metà strada tra il dubbio e lo stupore di Elio quando gli abbiamo detto che lo avremmo trasportato per la tua estensione, e i tanti occhi umidi quando l’hanno sentito cantare da te ..…. Perdonami le lacrime sulla tastiera, ma fa maledettamente male…..
Gli ho raccontato di cosa si prova a guardarti mente ti alzi in piedi ed inizi a cantare il “Santo” al tuo matrimonio, a cosa si prova a sentirti cantare così forte o così dolce, a seconda di ciò che c’è da interpretare, con intelligenza e sensibilità, da perfetto amante della musica e delle cose fatte bene, gli ho raccontato della tua passione per la cucina e degli aperitivi in negozio da Elio con Tum Tum e i ravioli tostati al posto delle noccioline.
Sabato scorso, come ogni estate, un gruppo di coristi è salito in vetta al Mongioje: abbiamo cantato Signore delle Cime per tutti i coristi che sono andati avanti, questa volta abbiamo cantato anche per te, sulla nostra montagna in quel momento ci siamo sentiti un po’ più vicini a te e a tutti i nostri amici – salutaceli tutti.